Agli inizi di quest'anno, una mia cara amica di Crotone, che si occupa di Counseling autobiografico, avendo letto e conosciuto abbastanza su di me, mi ha definita una "déraciné"; lei insegna francese, mentre io, conoscendo pochissimo la lingua, ho cercato l’equivalente del termine in inglese: risulta “disinherited”… che non ha certo il senso del termine precedente, ma un’accezione meno propizia, non rispondente al concetto iniziale. In questo secondo caso
si intende “deprived of your rightful heritage”:... che però non corrisponde allo stato d’animo affettuosamente attribuitomi dalla mia amica. Siccome nel presentarmi al Blog vorrei mantenere quell'ispirazione positiva, preferisco dire che il mio stato di "deraciné", di sradicamento, è da intendersi per lo più come una condizione esistenziale. E' una questione abbastanza comune a chi vive da tanti anni in un luogo molto diverso da quello in cui è nato. Io, per amore, mi sono trasferita da Roma ... a Catanzaro, dove ho messo su famiglia. Il mio caso è, tutto sommato, un fenomeno molto diffuso; mi rendo conto che è anche un fatto irrilevante, se lo si interpreta alla luce dei recenti movimenti migratori che colpiscono il Sud. Sicuramente questi ultimi non rappresentano una scelta di vita, come lo è stata la mia, ma una vera e propria costrizione, che ha colpito i profughi di oggi, così come i clandestini di ieri, ed ancor prima gli emigrati del meridione. In senso assolutamente realistico, anzi drammatico, dobbiamo riconoscere che la migrazione odierna può privare interi gruppi umani delle loro legittime eredità, che non riguardano, ovviamente, solo i beni materiali, bensì la maggior parte del patrimonio tradizionale, con uno sradicamento che mette in crisi le identità, personali ed etniche, di intere generazioni. Fatta questa doverosa premessa, torno a presentarmi a voi, in modo forse un pò sommario, ma schietto. La mia città natale è Roma. All’Università la Sapienza, nel 1984, ho conseguito la Laurea in Filosofia. Fin dagli anni ‘70 ho nutrito un particolare interesse verso le discipline antropologiche, nelle quali mi sono formata seguendo i corsi di Ida Magli. Considero l’antropologia culturale come il filo conduttore della mia ricerca sulle specificità dell’uomo, “inteso come essere pensante per natura, ma interagente per cultura”. Tuttora tento di sviluppare la mia formazione, attraverso lo studio di quei linguaggi, comunicativi e simbolici, che a mio modesto parere “segnano” il percorso dell’ essere umano verso la piena realizzazione di sé.
Come forse qualcuno avrà già capito, osservando il mio Blog, il mio interesse “parallelo” alla filosofia è sempre stato quello delle Arti e, conseguentemente, il tentativo di connettere fra loro questi due ambiti, sulla base di una visione umanistica della vita e della persona. Credo che l’ansia di sapere possa affiancarsi in modo efficace alla realizzazione di opere, siano esse materiali, morali, intellettuali, o artistiche. Per un quarantennio ho realizzato opere di genere artistico, per me significative, perché ho sempre creduto che ogni artefatto, così spontaneamente creato, potesse contenere o amplificare i momenti da me vissuti. Se ciò non è stato, credo comunque che l’opera sia la parte, “visibile e sensibile”, di un lungo percorso di "attivazione delle idee archètipe", oltre che dell'evolversi di una coscienza personale attraverso le produzioni materiali. Il mio blog è soltanto un modo per muovere delle riflessioni. Sono convinta che un legame profondo ci leghi gli uni agli altri. Parole ed immagini, ma anche miti, riti, e sogni, esprimono i vari momenti della nostra evoluzione e ne compongono il tessuto connettivo. Perciò, se vi fa piacere, possiamo esplorare insieme questa complessa trama della vita, perchè attraverso di essa ognuno di noi può comunicare, interfacciarsi, interagire con l’altro, sviluppare un approccio empatico verso le persone e gli eventi. Credo che ogni essere umano, nel proprio sforzo di auto-determinazione, si ponga in sintonia con la vita cosmica e che, nel contempo, egli possa riprodurre, concretandoli nella vita propria, quegli orizzonti di senso che gli sono necessari per poter affermare di esistere.
M.M.